A cura della regista Anna Teotti
La storia non è presentata
cronologicamente in modo lineare ma in un sovrapporsi di
passato e presente, che serve ad evidenziare il vissuto e le emozioni
dei personaggi.
Edipo si presenta al pubblico nei suoi
aspetti fondanti resi visibili attraverso l’interpretazione di tre attori. Un
Edipo giovane e un Edipo sovrano nella loro dimensione consacrata dal mito sono
affiancati dalla presenza di una figura di Edipo donna che rappresenta il suo
lato femminile.
La scelta di
scenografie e costumi non connotati temporalmente lascia allo spettatore la
libertà di attualizzare e di rivestire di significati personali l’azione
scenica.
Un
vecchio sacerdote scandisce alcuni passaggi utilizzando anche la lingua di
Sofocle. Una scelta quest’ultima che costituisce un tributo e un raccordo con
l’origine del teatro greco.
La scelta di usare canti della
tradizione popolare salentina trova le sue ragioni nel fatto che il Salento è
il luogo dove è ancora viva la tradizione orale e dove ancora si parla il
griko, antico dialetto greco. Patrimonio culturale di quest’area sono i
“traudia” (i canti) e i suoni che si ispirano alla mitologia e alla tradizione
musicale dell’antica Grecia.
Si è infine deciso di far parlare in dialetto bresciano il pastore, per conferirgli un’aura di partecipazione corale al dramma che si va compiendo, mantenendo nel contempo la dimensione del racconto leggendario.
Si è infine deciso di far parlare in dialetto bresciano il pastore, per conferirgli un’aura di partecipazione corale al dramma che si va compiendo, mantenendo nel contempo la dimensione del racconto leggendario.
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